Questo capitolo è estratto dalla ricerca "GUERRA E PACE" effettuata presso Istituto Tecnico Commerciale "Blaise Pascal" di Giaveno (TO) nell'anno scolastico 1999/2000 - classe "V' E".

Il lavoro completo è visibile al sito:

http://www.ica-net.it/pascal/Guerra%20e%20pace/index.htm

 

 

Anatomia della distruttività umana (Erich Fromm)

Istinti e passioni umane

L'opera di Fromm si apre con una riflessione critica sul pensiero di Lorenz, uno studioso eminente nel settore del comportamento animale e particolarmente quello dei pesci e degli uccelli, che decise di avventurarsi in un campo di cui aveva scarsa esperienza e competenza, quello del comportamento umano. Benché respinto dalla maggior parte degli psicologi e dei neurologi, la sua opera "Il cosiddetto male" divenne un bestseller e fece una profonda impressione su un ampio settore del pubblico colto, che, in buona parte, accettò l’opinione di Lorenz come la risposta definitiva al problema.

La violenza ha origine dalla nostra natura animale, da un irrefrenabile pulsione aggressiva e la cosa migliore che possiamo fare, asserisce Lorenz, è capire le leggi dell’evoluzione che giustificano la potenza di questa pulsione. Ma la teoria dell’aggressività innata diventa facilmente un’ideologia, che aiuta a sopire la paura per quello che dovrà accadere e a razionalizzare il senso di impotenza. L'accettazione della teoria istintuale libera l'uomo dalla necessità di comprendere e criticare il mondo attuale fornendogli un facile alibi. Dato lo schieramento di opinioni attualmente dominante nell’ambito del pensiero psicologico, la critica alla teoria di Lorenz sull’aggressione umana doveva necessariamente innestarsi nell’altra teoria dominante in psicologia, quella del comportamentismo. Diversamente dall’istintivismo, la teoria comportamentista non si interessa alle forze soggettive che spingono l’uomo ad agire in un certo modo, non si interessa a quello che egli sente, ma soltanto al suo modo di comportarsi e al condizionamento sociale che plasma il suo comportamento. Fromm propone un'alternativa tra comportamentismo e istintivismo attraverso l'individuazione negli esseri umani di due tipi di agressione:

a) benigna;

b) maligna.

Le deduzioni di Lorenz sull’istinto aggressivo sono esatte finché egli inquadra l’aggressione come difesa, ma egli si spinge oltre. Con una serie di ingegnose elaborazioni egli classifica tutta l’aggressione umana, compresa la passione di uccidere e torturare, come il risultato di un’aggressione originata biologicamente.

La paleontologia, l’antropologia, la storia offrono ampie prove contro la tesi istintivistica:

dunque, l’uomo si differenzia dagli animali perché è assassino; è l’unico primate che uccida e torturi membri della propria specie senza motivo, né biologico né economico, traendone soddisfazione.

La distinzione fra aggressione benigno-difensiva e maligno-distruttiva richiede un’ulteriore, più fondamentale distinzione: quella tra istinto e carattere, o, più precisamente, fra pulsioni radicate nelle esigenze fisiologiche (pulsioni organiche) e quelle passioni specificamente umane che affondano le radici nel carattere ("radicate-nel-carattere o umane"). Il carattere è la "seconda natura" dell’uomo, il sostituto dei suoi istinti scarsamente sviluppati, e che le passioni umane (il desiderio di amore, tenerezza, libertà, come la voluttà di distruzione, sadismo, masochismo, la brama di potere e di possesso) sono risposte a "esigenze esistenziali", a loro volta radicate nelle condizioni stesse dell’esistenza umana. In breve, gli istinti sono le risposte alle esigenze fisiologiche dell’uomo, le passioni condizionate-dal-carattere sono le risposte alle sue esigenze esistenziali e sono specificamente umane.

Ma quando vogliamo sapere quali sono le condizioni dell’esistenza umana, ci troviamo di fronte ad alti interrogativi ancora: che cos’è la natura umana?

Arriviamo a questo concetto con l’analisi empirica della struttura anatomica e neurofisiologica e delle sue correlazioni psichiche che caratterizzano la specie Homo.Pper spiegare le passioni umane, passiamo dal principio fisiologico freudiano a un principio storico e sociobiologico.

Questa base teorica ci offre la possibilità di una discussione particolareggiata sulle varie forme di aggressione maligna, radicata nel carattere: il sadismo innanzitutto — la passione di raggiungere un potere illimitato su un altro essere senziente — e la necrofllia, la passione di distruggere la vita e l’attrazione per tutto quanto è morto, in disfacimento e puramente meccanico.

Va precisato, però, che in questo studio il termine "psicoanalisi" non è usato in riferimento alla teoria classica, ma a una certa sue revisione: non si tratta della psicoanalisi basata sulla teoria della libido, evitando così i concetti istintivistici che sono generalmente ritenuti l’essenza stessa della teoria freudiana.

Questo studio libera le passioni come la tensione d’amore, di libertà, e la pulsione a distruggere, a torturare, a controllare, a sottomettere — dal matrimonio forzato con gli istinti. Gli istinti sono una categoria puramente naturale, mentre le passioni-radicate-nelcarattere sono una categoria sociobiologica, storica.

Sebbene non siano direttamente al servizio della sopravvivenza fisica, esse sono altrettanto forti — e spesso ancor più forti — degli istinti.

L’attuale clima di pensiero incoraggia l’assioma che una motivazione può essere intensa soltanto se serve a un bisogno organico: e cioè che soltanto gli istinti hanno un intenso potere motivazionale. Smantellando questo punto di vista riduzionista, meccanicistico, e basandosi invece su una premessa olistica, si comincia a capire che le passioni umane devono essere considerate nel contesto della loro funzione rispetto al processo vitale dell’intero organismo.

Le passioni umane trasformano l’uomo da semplice cosa in eroe, in un essere che cerca di dare un senso alla vita, nonostante spaventosi ostacoli.

Le passioni umane non sono banali complessi psicologici che si possono spiegare adeguatamente con qualche trauma infantile. Per capirle, bisogna spingersi al di là della sfera della psicologia riduzionista e riconoscerle per quelle che sono: il tentativo umano di dare un senso alla vita e di sperimentare l’optimum di intensità e di forza che egli può (o crede di poter) raggiungere in determinate circostanze.

Abbiamo bisogno di creare le condizioni adatte perché la crescita dell’uomo, questo essere imperfetto, incompleto — unico nella natura — diventi l’obiettivo supremo di tutti gli ordinamenti sociali.

 

Istintivismo e comportamentismo

 

Mentre la teoria ambientalistica è strettamente imparentata con le speranze rivoluzionarie delle classi medie in ascesa nel diciottesimo secolo, il movimento istintivista, basato sugli insegnamenti di Darwin, riflette i principi fondamentali del capitalismo del diciannovesimo secolo. Come sistema in cui l’armonia nasce dalla competizione spietata fra tutti gli individui, il capitalismo potrebbe passare per ordine naturale, se si potesse dimostrare che il fenomeno più complesso e notevole, l’uomo, è il prodotto della concorrenza spietata fra tutte le creature viventi da quando emerse la vita.

Ma se l'istintivismo esprime lo stato d’animo dell’industrialismo del 1900, il XX secolo con la manifestazione totale della natura celebra i trionfi di un uomo senza natura infinitamente plasmabile, come possiamo spiegare allora il risorgere dell’istintivismo negli scritti di Lorenz, e la sua popolarità fra il grande pubblico in questo XX secolo ? Come ho sottolineato, una ragione potrebbe essere costituita dal senso di paura e di impotenza che assale diverse persone di fronte al dilagare dei pericoli, mentre nulla si fa per evitarli.

 

Prove contro la tesi istintivistica

 

L’aggressività nelle culture primitive: analisi di trenta tribù primitive.

Fromm ha analizzato trenta culture primitive dal punto di vista della loro aggressività o natura pacifica. L’analisi di queste trenta società ci permette di distinguere tre sistemi diversi e chiaramente delimitati (A, B, C). Egli ha poi differenziato queste Società non semplicemente secondo la loro "maggiore o minore" aggressività o "maggiore o minore" non aggressività, ma secondo i diversi sistemi caratteriali contraddistinti da una serie di tratti che formano il sistema, alcuni dei quali non presentano una connessione ovvia con l’aggressione.

 

Sistema A: società che esaltano la vita

In questo sistema, ideali, usanze e istituzioni servono soprattutto a preservare e a incoraggiare la vita in tutte le sue forme.

 

Sistema B: società aggressive non-distruttive

Questo sistema ha in comune col primo la caratteristica fondamentale di non essere distruttivo, ma si differenzia da esso nel senso che aggressività e guerra sono eventi normali, sebbene non di importanza centrale, e nel senso che competizione, gerarchia e individualismo sono presenti.

 

Sistema C: società distruttive

La struttura delle società del sistema C è nettamente delineata. È caratterizzata da grande violenza interpersonale, distruttività, aggressione, crudeltà, sia all’interno della tribù sia contro il mondo esterno, da piacere della guerra, malignità, tradimento.

mia argomentazione non è statistica, ma qualitativa. Il contrasto essenziale investe da un lato sistemi A e B, entrambi affermatori della vita, e dall’altro il sistema C, fondamentalmente crudele o distruttivo, cioè sadico o necrofilo. Ne consegue che per Fromm la guerra non scoppia a causa degli istinti che animano l'inconscio. Prova ne sia che guardando alla storia possiamo constatare che le guerre sono più frequenti e violente con il crescere della civiltà. Le guerre non hanno come fondamento l'istinto bensì gli interessi di vario tipo connessi alla gestione del potere che utilizza strumentalmente l'aggressività.

 

 

L’aggressione difensiva e maligna

L'aggressività è ricondotta a due forme: quella difensiva e quella maligna. La prima ha una funzione biologica-adattativa, serve a proteggere l'uomo dai potenziali pericoli. Per abbassare il livello di tale agressività occorre agire sui pericoli reali, attraverso riforme politiche e sociali, o immaginari mostrandone all'uomo l'inconsistenza. L'aggressività maligna non è di origine istintuale ma l'evoluzione dell'uomo non assolve ad alcune funzioni adattative: è una risposta ad esigenze psichiche specifiche dell'esistenza umana sulle quali l'uomo può intervenire. Nell'uomo lo sviluppo cerebrale non produce solo l'incremento di una ragione strumentale ma delle consapevolezze di sé che comporta una situazione di conflitto. Il conflitto esistenziale produce certe esigenze psichiche comuni ad ogni uomo: egli ha definite esistenziali queste esigenze psichiche poiché sono radicate nelle condizioni stesse dell’esistenza umana, condivise da tutti; la loro soddisfazione è necessaria perché l’uomo resti sano di mente, così come la soddisfazione dei bisogni organici è necessaria perché resti in vita. Ma ciascuna di queste esigenze può essere soddisfatta in modo diverso.

Questi diversi modi di soddisfare le esigenze esistenziali si manifestano in passioni. Esse sono chiamate passioni "radicate-nel-carattere", o semplicemente umane, perché sono integrate nel carattere umano.

Per carattere si può intendere il sostituto umano dei mancanti istinti animali; la seconda natura dell’uomo. Quel che tutti gli umani hanno in comune sono le pulsioni organiche (che però possono essere notevolmente modificate dall’esperienza) e le esigenze esistenziali. Quel che invece non hanno in comune sono i tipi di passione dominanti nei rispettivi caratteri, passioni radicate-nel-carattere.

Tra le esigenze fondamentali dell’uomo e le passioni-radicate-nel-carattere che si sviluppano per soddisfarle, Fromm individua le seguenti:

 

a) Bisogno di avere uno schema di orientamento e un oggetto di devozione

L’uomo ha bisogno di una carta geografica del suo mondo naturale e sociale, senza la quale sarebbe confuso e incapace di un’azione avveduta e coerente.

Dedicandosi ad un obiettivo che va al di là del suo Io isolato, l’uomo trascende se stesso e lascia la prigione dell’egocentrismo assoluto.

Ma diversi sono i modi in cui si esprime il bisogno di punti di riferimento e di oggetti di devozione: esso può trovare risposte nella devozione a Dio, all’amore, alla verità e nella venerazione di idoli distruttivi.

 

b) Bisogno di "mettere radici" attraverso legami profondi con gli altri

per creare rapporti con gli altri l’uomo ha vari modi. Accanto ad una forma matura e libera di amore ne esiste un'altra simbiotica che tende a controllare gli altri (sadismo), oppure a esserne controllato (masochismo).

 

c) Bisogno di creare unità con se stesso e il mondo esterno

La frattura esistenziale sarebbe insopportabile se l’uomo non potesse creare un senso di unità con se stesso e con il mondo esterno, naturale e umano. Diversi sono i modi per ripristinare l’unità.

L’uomo può anestetizzare la propria coscienza con stati indotti di trance o di estasi, mediati da mezzi quali droghe, orge sessuali, digiuni, danze e altri rituali che abbondano nei vari culti.

"Dimenticarsi", nel senso di anestetizzare la propria ragione, è l’obiettivo di tutti questi tentativi di ristabilire l’unità.

Una sola strada verso l’unità può avere successo senza mutilare l’uomo, com'è testimoniato dalle grandi religioni, essa è rapresentata dal tentativo di raggiungere l'unità potenziando l'umanità nella relazione con sè, la natura e gli altri uomini in una forma reale e non puramente allucinatoria.

 

d) Bisogno di essere efficace

Essere efficace è l’equivalente di: far procedere, compiere realizzare, portare a termine, adempiere; una persona efficace ha la capacità di fare, di produrre di compiere qualcosa e, in ultima analisi, la prove di esistere.

 

e) Bisogno di stimolazione e di eccitazione

Il bisogno di stimolazione e di eccitazione può portare a un interesse produttivo per l’uomo, la natura, l’arte, le idee, oppure alla ricerca avida di piaceri sempre nuovi.

 

Condizioni per lo sviluppo di passioni-radicate-nel-carattere.

Dobbiamo considerare in primo luogo che queste passioni non compaiono come singole unità, ma come sindromi. Amore, solidarietà, giustizia, ragione che chiamerò "sindrome-che-incoraggia-la-vita". D’altra parte anche sadomasochismo, distruttività, avidità, narcisismo, "sindrome-che-ostacola-la-vita". Il fatto che si manifesti una sindrome piuttosto che un'altra dipende dalla condizione socio-ambientale che possiamo agevolare nello sviluppo dell'uomo.

 

 

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